Antonello da Messina
Antonello da Messina
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- Categoria: Cittadini Illustri
- Pubblicato: Venerdì, 30 Agosto 2019 07:26
- Scritto da Salvatore Rizzeri
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ANTONELLO DA MESSINA
Ovvero da Randazzo
di
Salvatore Rizzeri
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La passione e l’amore per la storia della mia città e per le sue meravigliose opere d’arte mi inducono sovente a delle ricerche che, pur sottraendo una notevole parte del mio tempo libero, risultano essere gratificanti per le scoperte più o meno importanti che ne vengono fuori. Una di queste riguarda i natali del grande “ Antonello da Messina “. Da tempo mi chiedevo se esistesse un rapporto diretto tra la cittadina Etnea e l’insigne artista, anche in considerazione del fatto che due meravigliose opere pittoriche, se non del maestro, certamente della sua scuola si trovano a Randazzo. Mi riferisco al trittico della Chiesa di S. Nicola ed al polittico della Chiesa di S. Martino. Fin qui niente di interessante, la novità viene fuori quando qualche settimana fa ho avuto modo di trovare in un archivio cittadino un volumetto di appena 60 pagine, stampato ad Adernò nel 1906, di autore ignoto, dal titolo “ Cenni storici, Chiese, monumenti, antichità della città di Randazzo “. In una nota del libro l’autore mette in dubbio, con dati di fatto, i natali Messinesi del grande Antonello. Ecco in sintesi cosa si afferma nel testo:
“ ….Due leoni sono venuti in contesa, cercando di far nascere in Messina Antonello D’Antonio e non trovando negli archivi di stato la fede battesimale, o il certificato di nascita, dedussero che siccome egli metteva sotto i suoi dipinti – Antonius De Antonio Messenae , così dovette nascere in Messina. Se Antonello avesse avuto Messina per patria chi lo avrebbe costretto a specificarlo? Possessa vilescunt …….. solo diciamo che nell’Archivio Notarile Provinciale di Messina esiste un documento in cui si legge – Antonius De Antonio habitator terrae Randacii. Lo stesso dotto monsignor Di Marzo nella biografia dell’Antonello a pag. 24, nota 1^ scrive: - Intendo parlare di un Antonio De Antonio …… -, senza però specificare o provare che fosse cittadino Messinese. Il fatto che Antonello nacque nel 1430 da Giovanni D’Antonio inteso Maczonus e da Gaita sua moglie e morì a Messina nel 1479, non prova affatto che fosse della città dello stretto, anzi accresce la certezza di essere nato in Randazzo, perché se così non fosse, si sarebbe dovuto trovare in Messina, il relativo certificato di nascita “.
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A questo punto viene logico chiedersi come mai tale certificato non si trovi neanche a Randazzo? La risposta è semplice, infatti i documenti che avrebbero potuto accertare la verità vennero bruciati nell’anno 1539 nella irruzione di Soldati Spagnoli, ribelli a Carlo V°, che occuparono Randazzo per 4 mesi, mettendola a ferro e fuoco, dando alle fiamme fra l’altro al Grande Archivio Storico della città allora custodito nella Chiesa Parrocchiale di S. Nicola. Altri due particolari inducono poi a pensare che l’artista possa aver avuto i natali nella cittadina Etnea.
1) Nel 1473 la Confraternita della SS. Trinità commissionava a Giovanni De Saliba un gonfalone che venne successivamente dipinto ed indorato da Antonello D’Antonio.[1]
2) Nel 1478, appena un anno prima della sua morte, il Rettore della Confraternita di Santa Maria, Ruggiero De Luca, commissionava ad Antonello una bandiera di zendalo rosso, dipinta con bellissimi colori azzuolo ed oro.[2]
E’ probabile quindi che il grande Antonello venisse spesso nella sua città natale, così come faceva l‘altro grande artista, Onofrio Gabriello ( 1610 – 1705 ), anch’esso creduto cittadino Messinese, perché cresciuto alla scuola pittorica della città dello stretto, mentre invece dai certificati di battesimo risultò poi essere nato a Randazzo. La città è infatti piena delle opere pittoriche dell’artista eseguite nei periodi in cui vi soggiornò; così come ve ne erano del grande “Antonello da Messina “.[3]
Randazzo – Ottobre 1989
[1] S. Rizzeri - Le Confraternite in Randazzo - Ms. inedito.
[2] S. Rizzeri – Le Confraternite in Randazzo - Ms. inedito.
[3] Articolo pubblicato sulla “ Gazzetta dell’Etna “ del 28 Ottobre 1989