Sono le pagine di storia più interessanti ed importanti di quelle che furono le antiche progenitrici di Randazzo. Le loro origini si perdono nella notte dei tempi, ed anche se la vasta documentazione (papiri greci e latini), un tempo custodita negli archivi delle potenti famiglie nobili della città e delle sue chiese ( San Nicola ), è andata completamente distrutta nel corso dei secoli e particolarmente in due gravissimi avvenimenti che l’hanno caratterizzata ( Incursione dei Lanzichenecchi del 1539 e Bombardamenti alleati dell’estate del 1943 ), le testimonianze dei più autorevoli storici siciliani ne parlano ampiamente nelle loro ricche ed interessanti opere.
Se a questo si aggiungono gli innumerevoli reperti archeologici di varie epoche sparsi in ogni dove sul nostro territorio, moltissimi dei quali trafugati e oggi facenti parte di ricche collezioni private in Svizzere, Stati Uniti ( 539 Tetradacmi di cui 479 in Argento ) provenienti dall’area archeologica di Randazzo, nonché quelli presenti nei più importanti musei del mondo (Berlino, Siracusa, Palermo ), si comprende bene quale sia stata l’importanza e la dimensione della progenitrice dell’attuale città di Randazzo.
Risulta verosimile che la progenitrice di Randazzo sia sorta dopo un lungo processo di aggregazione dei vari centri che sorgevano nelle zone pianeggianti lungo l’attuale fiume Alcantara ( Onobola ).
La morfologia dell'area geografica su cui insistevano queste città, può essere dedotta da analogie e da verifiche di natura geologica di altri siti della valle dell’Alcantara: adatte quindi a ospitare nuclei abitativi che, per ovvi motivi di sicurezza, preferivano stabilirsi in queste aree facilmente difendibili ma anche ricche di acqua, vegetazione e dal favorevolissimo clima.
Certamente la spinta all'aggregazione fu favorita dalla posizione della città, al crocevia di importanti vie di comunicazione commerciali. ( La Via dei Greci, che da Naxos, lungo la Valle dell’Alcantara giungeva a Tissa, proseguiva verso Tiracia/Triracia, per poi raggiungere l’antica città sicula di Adranon ).
Per la difesa di questi primi agglomerati urbani si sfruttava, per quanto possibile, la conformazione del terreno, a nord l’enorme ciglione lavico dentro il quale scorre il fiume Alcantara – l’acqua allora come oggi è elemento essenziale per la vita – sul lato opposto venivano erette delle mura. Spesso all'esterno del muro veniva anche scavato un fossato tale da rendere quanto meno difficoltoso l'avvicinamento sui lati non difesi naturalmente.