La Judaica Randazzo

La Judaica Randazzo

La Judaica Randazzo

di

Salvatore Rizzeri

 

La Stella di David nella più antica copia del testo masoretico
Il Codex Leningradensis, datato al 1008

 

Non tutti sanno che in Sicilia era presente una tra le più numerose comunità ebraiche dell’area mediterranea, fin da tempi immemori. Il 18 giugno 1492  il re di Spagna Ferdinando il Cattolico decise di cacciare tutti gli ebrei dai suoi domini e quindi anche dalla Sicilia, senza considerare il fatto che tale grave decisione avrebbe provocato una gravissima perdita nell’economia non solo dell’Isola, ma anche del Regno di Spagna.

Gli ebrei infatti, come da tradizione, avevano in mano anche in Sicilia la maggior parte delle attività commerciali; ma non erano solo banchieri e usurai, mestieri che sicuramente li avevano portati ad inimicarsi non pochi cattolici, erano infatti anche conciatori di pelli, commercianti, maestri di scuola, operai specializzati, e soprattutto medici.

Nutrite comunità giudaiche erano presenti nelle grandi città, a Palermo, a Siracusa, dove l’isola di Ortigia ne rappresentava il ghetto. Discorso simile anche a Messina.

Nella città di Palermo, tra le vie San Cristoforo, Calderai, Maqueda, Giardinaccio si trovava il quartiere in cui abitavano e commerciavano gli ebrei; la più grande sinagoga si trovava in piazza Meschita, il suo nome infatti tradisce un’origine ben precisa: la ‘Meskita’ è il luogo di culto per i musulmani; gli Ebrei di Sicilia decisero di chiamare così le loro sinagoghe, per rispetto ai loro protettori Arabi.

Grande anche la giudecca di Messina, che si trovava nel rione Paraporto, tra il Duomo e il torrente Portalegni.  

Catania è stato un importante avamposto ebraico, come testimonia l’estensione dell’area dedicata; il quartiere principale andava dall’odierna piazza Dante a piazza del Duomo. Altri studiosi hanno poi valutato la presenza di altri agglomerati giudaici, in via Recupero, accanto all’attuale chiesa dei Santi Cosmo e Damiano, e in via Sant’Anna, ove erano allocate le rispettive due Sinagoghe. Lo stesso fiume storico della città, l’Amenano, anticamente veniva chiamato, e viene ancora chiamato colloquialmente, ‘Judicello’, proprio perché passava in parte dai ghetti di: "Susu e Jusu".

Tra le più ricche ed importanti comunità della Sicilia, vi era anche la Comunità Judaica di Randazzo, di cui però non conosciamo con esattezza l’effettivo periodo storico dei primi insediamenti nella città etnea dal momento che i documenti d’archivio che avrebbero potuto darci delle risposte certe, conservate nel grande archivio storico della parrocchiale Chiesa di San Nicola, vennero interamente bruciati nel 1539 dalla soldataglia ribelle a Carlo V proveniente dalla Goletta, che per circa tre mesi (20 Gennaio – Aprile 1539) mise a ferro e fuoco la città. Però diversi indizi, quali i tipici cognomi ebraici, oltre a specifiche attività commerciali, artigianali e industriali esercitate esclusivamente dalla popolazione Judaica, riscontrabili a Randazzo fin dal X - XI secolo, ci inducono a far risalire la loro presenza nella cittadina Etnea già fin da quel periodo.

Ben inseriti nell’ambito cittadino, abitavano prevalentemente l’estrema periferia orientale della città, in quello che fù uno dei tre grandi quartieri di Randazzo, quello abitato da gente di origine latina. Accanto al Convento Benedettino di clausura di Santa Maria Maddalena (San Giorgio), sorgeva la loro Sinagoga (Meskita).

 

L'Antico Centro Storico di Randazzo

Numerosa anche la presenza ebraica nel quartiere di Santa Maria dell’Itria, “a Cunziria o Cunzaria”,  il quartiere commerciale e industriale della città, dove numerose erano le concerie e quanto connesso alla lavorazione e commercio della seta e dei tessuti. Attività queste quasi esclusivamente gestite dalla comunità ebraica della città. "Mercanti di panni" sono Nisso Quaresima, detto di Panormo, Manuele Servideo, Josef Rabibi, Abram Calabrisi.

Grave perdita per l’economia della città fu la loro cacciata a seguito dell’editto del 1492. A Randazzo intense e ricche erano le attività commerciali esercitate dalla comunità Ebraica che spaziavano dalla lavorazione delle pelli e della seta: Mosé Sacerdoto, Farachio Levi, Busacca Yhasde; al commercio dei “panni”, esportati financo a Palermo, e del vino. Numerosi erano anche i banchieri, Murdoch de Panormo, i maestri quali Busaccono de Xalo e soprattutto i medici: Manuele e Benedetto Servidei, Rasé Rabbi, Mayor de Siracusa, Yasse Rabbi e tanti altri ancora. All'atto dell'espulsione Randazzo contava la presenza di ben 170 famiglie appartenenti a questa comunità, che rappresentavano l'11,3% della  popolazione cittadina. Praticamente circa 1.200 - 1.300 elementi.

Negli articoli dedicati all’argomento, per lungo tempo trascurato e di cui si era persa quasi totalmente la memoria, tratteremo di tale importante aspetto anche grazie alle ricerche di valenti studiosi che in questi ultimi anni hanno riportato alla luce questo fondamentale spaccato della storia della Sicilia: la presenza Judaica nell’Isola e quindi anche della numerosa comunità di Randazzo.

Salvo Rizzeri