Monastero di San Giorgio
Monastero di San Giorgio
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- Categoria: I Conventi e i Monasteri
- Pubblicato: Martedì, 27 Agosto 2019 21:36
- Scritto da Salvatore Rizzeri
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IL MONASTERO DI S. GIORGIO
( Santa Maria Maddalena )
Benedettine di clausura
A cura di
SALVATORE RIZZERI
Convento e Chiesa di San Giorgio (S. M. Maddalena)
La tradizione riportata negli antichi manoscritti, fa risalire a San Placido la fondazione di questo Monastero di Benedettine di clausura, originariamente dedicato a " Santa Maria Maddalena ". Quando nell’anno 1078 il Normanno Gran Conte Ruggero, col suo esercito, si accinse ad attaccare l’ultima roccaforte araba di Taormina, passò da Randazzo trovando alloggio in questo convento allora dotato di “ foresteria “, quella sezione cioè destinata ad ospitare, per un massimo di tre giorni, tutti i viandanti che ne facessero richiesta. L’accoglienza delle monache verso il Gran Conte fu così cordiale tanto che questi, prima di partire per la conquista di Taormina, lasciò loro in custodia tutte le reliquie che per devozione portava con sé, fra queste vi era un quadretto di San Giorgio, sotto la cui speciale protezione il Normanno si era posto. Infatti al grido di “ Viva San Giorgio “, gli uomini venuti dal nord conquistarono Taormina e ritornarono per la stessa strada a Randazzo. Il Gran Conte Ruggero, prima di avviarsi verso Piazza Armerina, volle quindi riprendere le reliquie ed il quadretto del suo protettore: ma con grande meraviglia nessuno riuscì a toglierlo dal chiodo cui era stato appeso. Commosso da questo fatto miracoloso, il Gran Conte donò il quadretto alle Benedettine che, da quel giorno, dedicarono il loro monastero a San Giorgio. Così si chiama, infatti, ancora oggi il luogo dove esso sorgeva. Il quadro, purtroppo, andò distrutto nel terremoto del 20 Febbraio 1818. Il convento fu grandemente onorato dalla protezione di Re e Regine che lo insignirono di numerosi benefici e privilegi, tanto da essere considerato il più importante dei tre monasteri benedettini femminile della città: gli altri due erano quelli di Santa Caterina, che allora sorgeva dove oggi si trova l’Istituto S. Giovanna Antida, e di S. Bartolomeo ancora esistente nella ripidissima Via Garibaldi. Lo stesso monastero di S. Giorgio possedeva preziose suppellettili, reliquiari ed oggetti sacri in argento. Numerose le opere d’arte: oltre al quadro regalato dal Gran Conte Ruggero, vi era il “ Transito di S. Benedetto “, donato da Federico II d’Aragona, successivamente restaurato e rifatto dai pittori De Thomasio e Calameris nell’anno 1653, il quadro di S. Paolo datato 1624, altro quadro di S. Giorgio sempre datato 1624. Suppellettili e patrimonio artistico andarono irrimediabilmente perduti quando, nel 1866, il nascente Stato Italiano soppresse numerosi ordini religiosi incamerandone i beni. Anche il monastero di San Giorgio subì tale sorte: le suore dovettero andar via e l’edificio, venduto dal Pubblico Demanio a dei privati, fu dapprima adibito a distilleria e deposito di vinacce, per essere poi utilizzato a magazzino. Nel più ampio piano di recupero e valorizzazione dei beni culturali della cittadina, l’Amministrazione Comunale di Randazzo, il 27 Aprile 1987 con atto consiliare n. 59, ne ha deliberato l'acquisizione, onde salvaguardare ulteriormente il nostro patrimonio storico-artistico e ridare al monastero di San Giorgio quella dignità che di certo gli compete venendo adibito a centro culturale polivalente. Purtroppo nonostante la presentazione, in questi ultimi anni, di ben due successivi progetti da parte della municipalità randazzese, non si è fin qui riusciti ad ottenere, dai competenti Organi Regionali, un finanziamento che potesse, per l’appunto, riportare il glorioso monastero ai suoi antichi splendori. Lo stesso tutt’ora giace in stato di completo abbandono.[1]
[1] S. Rizzeri: Le cento chiese di Randazzo. Ediz. 2008, n. 105.